‘Na favola napulitan
Dopo la morte del padre la ragazza fu schiavizzata dalla matrigna e dalle sue sorellastre che, non sopportano la sua bellezza e la sua dolcezza, la deridono chiamandola con il nomignolo “Cenerentola” (dalla cenere con cui la ragazza si sporca pulendo il camino e dalle pentole che usa per cucinare il cibo). La vita della giovane Cenerentola cambia quando giunge in tutta la città la notizia che a corte si terrà un ballo organizzato dal re, durante i quali il principe potrebbe scegliere la sua promessa sposa…
Note:
Cenerentola dunque come Napoli è dipinta negli atteggiamenti e nelle espressioni più volgari degli strati più bassi della società: Na favola Napulitan non rinucia alle credenze tradizionali radicate nella storia del popolo partenopeo.
Si alternano monologhi e dialoghi accompagnati dalla musica e dai movimenti degli attori sulla scena.
La morale della favola è nota a tutti: solo le persone veramente umili e oneste possono contare su un lieto fine, ma “Na favola Napulitan” va oltre la favola e si rivolge ad un contesto più ampio di una Napoli occupata e dominata dagli stranieri, che mantiene fede alla sua identità e alle sue tradizioni e in attesa di passare “’a nuttata” si consola con la musica e con il…sole.